sabato 23 febbraio 2008

C'è chi semina, chi raccoglie.

Qualche tempo fa all’uscita da un incontro di catechesi che avevo tenuto per un gruppo di ragazzi, che si preparavano per la cresima, ero amareggiato, perché, a mio giudizio, non ero stato in grado di attirare la loro attenzione in modo fruttuoso. Ero sopraffatto da una inquietudine: il Signore mi aveva affidato un compito importante, forse troppo grande per le mie forze e temevo dentro di me di non riuscire a svolgerlo adeguatamente. Ripiegato su me stesso e con il cuore gonfio di tristezza mi avviavo per le scale che portano all’uscita della casa religiosa, con il proposito di abbandonare tutto. Avevo raggiunto la portineria, quando, ancora assorbito da quei pensieri tormentosi, il mio sguardo venne attirato dal saluto di una suora anziana, molto semplice, umile, ma tanto saggia che stava sempre seduta al banchetto della guardiola. La religiosa aveva notato la mia afflizione e mi aveva invitato ad avvicinarmi a lei, e mi aveva chiesto di esprimere il motivo di tanta sofferenza morale palesemente visibile sul mio volto. In quel momento mi vergognavo di riferire il recente fallimento. Superato l’orgoglio e buttata giù la maschera, mi ero confidato con lei di ciò che era accaduto poco prima dentro quella stanza Lo sguardo compassionevole, ma allo stesso tempo luminoso della religiosa si era fermato per un attimo in un punto indefinito della stanza. Dopo avere ascoltato attentamente ogni parola che, ormai, usciva dalla mia bocca come un fiume in piena, la monachella aveva fissato il suo sguardo dentro i miei occhi e a questo punto aveva pronunciato queste parole con molta dolcezza, ma anche con evidente fermezza: "Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa”. La parola annunciata era scesa come balsamo sulle mie piaghe. Avevo compreso che non era necessario avere tante preoccupazioni e che da ora in poi dovevo invece confidare nell'aiuto del Signore, anche nelle circostanze più negative della vita.